Un originale senza copie o lo ZigZag di Caravaggio
Spunti diagnostici di riflessione sull'attribuzione
Da come sono saliti tutti sul carro del vincitore (“l’ho scoperto io!” “No, l’ho scoperto prima io!”) non sembrerebbero esserci dubbi, il dipinto in asta a Madrid è il vero l’Ecce Homo realizzato da Caravaggio a seguito di una gara tra pittori bandita da monsignor Massimi, come citano le fonti. Su quello che era stato indicato finora, ora a Genova, in molti si affrettano a dire che in fondo nessuno ci aveva mai creduto, non è lui. Sic transeat.
Come diagnosti, naturalmente è per noi super interessante andare a vedere con quali motivazioni viene sostenuta con tanto ardore, e quasi unanimamente, questa attribuzione. Sorte che non è toccata ai molti altri “Caravaggio” proclamati (anche dagli stessi che si pronunciano adesso) e sconfessati negli anni .
Si è scritto molto sulla differenza tra originali e copie da Caravaggio. Come sulla possibilità che il Caravaggio producesse dei “doppi”.
E qui notiamo la prima anomalia, forse solo temporanea. Di tutti i Caravaggio o presunti tali che abbiamo indagato, esistevano delle copie. Versioni generalmente molto simili, su cui andare a fare raffronti sulla tecnica e sulla materia. Anche dell’Ecce Homo versione genovese. Di alcuni invenzioni di Caravaggio probabilmente conosciamo solo copie.

Di questo dipinto non sembra siano emerse altre versioni. Anche se è vero che la tela si trovava in Spagna da quasi quattro secoli, e ha lo stesso soggetto del quadro arrivato a Madrid nel 1659, sembra anomalo che nessuno ne abbia fatto copie. Tra quelli che ci tornano in mente c’è un dipinto a Malta, con un soggetto simile, di Mario Minniti.
Ci sono diverse versioni, di cui una a Vienna, attribuito a Minniti, di un altro Ecce Homo con composizione vicina, considerata da qualcuno caravaggesca, ma i tre protagonisti non assomigliano a quelli della tela madrilena.
A noi diagnosti sarebbe piaciuto molto poter fare confronti con una copia o una versione.
Ma il contributo più interessante per noi è stato il commento di Rossella Vodret, che ha curato insieme ad altri, due volumi densi di osservazioni sulla tecnica del pittore Lombardo per Silvana Editoriale.
Citiamo da un’intervista rilasciata sull’argomento: “Poi ci sono ulteriori osservazioni relative alla tecnica esecutiva, rese visibili grazie ad una foto in HD che mi è stata inviata. Mi riferisco a una serie di particolarità esecutive specifiche di Caravaggio, come i corposi abbozzi di biacca a zig-zag che l’artista usa soprattutto a partire dal 1605 e che si ritrovano in diverse opere, come il San Girolamo Borghese, il San Girolamo di Montserrat, la Flagellazione di Capodimonte. Sono degli abbozzi molto particolari attraverso i quali il pittore fissa sulla preparazione scura della tela i punti in cui posizionare le zone di massima luce. È una caratteristica che, fino a oggi, non ho trovato in altri pittori. Nell’Ecce Homo ci sono punti gli abbozzi a zig zag sul torace, sulla spalla e sul braccio di Cristo, tutti in piena luce. Sono sue anche le incisioni, anche se ormai sappiamo che le incisioni le fanno un po’ tutti gli artisti del periodo, ma queste sono perfettamente compatibili con quelle che ritroviamo sui quadri autografi di Caravaggio”.
Vorremmo dare una notizia: non li abbiamo trovati su molti Caravaggio che abbiamo indagato, ma i famosi zigzag si ritrovano anche nel “San Giovannino” di Empoli, che abbiamo studiato (purtroppo il budget stanziato non ha concesso una campagna diagnostica completa). Ne parliamo nel saggio che abbiamo scritto in occasione della sua presentazione e nel video che potete vedere nel nostro canale YouTube.
Rimaniamo in attesa di saperne di più. Sperando che non scompaia nel nulla.
