Un restauro – studio su un artista ancora da scoprire
Valorizzare le opere d'arte nel loro contesto per studiare e comunicare le diverse stratificazioni storico-artistiche del territorio
Ha preso il via in questi giorni il restauro della splendida Croce dipinta conservata presso il Museo Ghelli di San Casciano Val di Pesa e attribuita al cosiddetto “Maestro di San Lucchese”.
L’artista infatti prende nome dal luogo in cui sono state rinvenute la maggior parte delle sue opere, ovvero il Convento di San Lucchese a Poggibonsi, opere che ora sono distribuite soprattutto tra musei e collezioni estere. Solo poche rimangono purtroppo in Musei, o in chiese, italiani.
Il pittore è considerato seguace di Giotto, attivo tra il 1330 e il 1380 circa, ed è ancora largamente da studiare, nonostante gli sia riconosciuto un alto valore artistico.
L’opera portata nei laboratori fiorentini di Atelier, che grazie alla restauratrice Angela Matteuzzi ha anche seguito il trasporto dal Museo a Firenze, sarà oggetto di un restauro affiancato dalle indagini, tutte di tipo non invasivo.
Questo restauro, possibile grazie ai fondi messi a disposizione dal bando “Firenze Restaura” della Fondazione CR Firenze, vuole essere l’inizio di un percorso di studi sull’artista e la campagna diagnostica che in un primo momento supporterà il restauro, è anche pensata per essere utile per lo studio storico-artistico.
Lo studio diagnostico comprenderà indagini multispettrali ad immagine: in Fluorescenza UV, Riflettografia a Scanner, Radiografia e analisi della tavolozza pittorica tramite XRF. Queste indagini permetteranno una più corretta valutazione delle fasi di pulitura, della genesi dell’opera e della tecnica pittorica dell’artista. L’intervento verrà seguito dalla dott.ssa Anna Floridia, funzionario territoriale della Soprintendenza.
L’assessore alla Cultura del Comune di San Casciano, dott.ssa Maura Masini ha ritenuto evidenziare come questo intervento rientri in un programma più ampio di conservazione e valorizzazione del patrimonio conservato al Museo Ghelli, parimenti la dott.ssa Matteuzzi, direttrice del Museo, pone l’accento su come si voglia rafforzare il legame tra il territorio e la comunità conservando e valorizzando il proprio patrimonio.
A nostro parere la valorizzazione dei “Musei del Territorio” è forse il modo ideale per educare i visitatori all’apprezzamento di opere che nei grandi Musei si perderebbero tra le altre. I ritmi dei piccoli musei permettono infatti di godersi un dialogo più intimo e sincero con le opere esposte. I piccoli Musei possono essere grandi divulgatori accogliendo mostre di alto valore scientifico che trattino dell’espressione artistica del territorio.
Con questo progetto di Restauro&Diagnostica auguriamo a tutti voi un anno di “cura” e “scoperte”
