Musei Chiusi /Musei Aperti
Ancora oggi, a quasi un anno dall’inizio della pandemia, la cultura non si arrende e continua a stringere i denti pazientemente. Le programmazioni online di fondazioni e musei continuano incessanti, le attività culturali sui social e nei vari siti sono sempre più numerose. La speranza è quella di mantenere vivo l’interesse, e accorciare sempre più le distanze imposteci dalle restrizioni anti-contagio.
I musei, anche quando sono chiusi al pubblico, non sono mica deserti! Al loro interno la ricerca continua fremente, così come gli studi, i restauri e tutte le altre attività.
Il ministro Roberto Speranza, ha annunciato, che i musei situati nelle regioni in zona gialla, possono riaprire. Ha illustrato le misure contenute nel nuovo dpcm entrato in vigore il 16 gennaio scorso.
Le aperture sono facultative.
Una decisione autonoma di aperture e le chiusure in maniera sartoriale, mette i direttori in grado di gestire il “proprio” museo, dal momento che ognuno di essi è diverso ed ha esigenze diverse. In questo modo chi se la sente sia dal punto di vista economico che della sicurezza può aprire, assumendosi le responsabilità del caso, chi, al contrario ritiene opportuno che non sia il caso, aspetta.
Del resto ogni museo è diverso, non tutti sono gli Uffizi, ci sono anche piccoli musei cittadini con i propri equilibri, neanche troppo stabili. Un’apertura azzardata potrebbe comprometterne l’esistenza. Infatti i musei, durante gli anni, sono stati tarati per funzionare e durare con un determinato flusso di pubblico, di eventi, che sono una delle principali fonti di reddito, come lo è la clientela proveniente da altre fonti aggiuntive (ristorazione, librerie, visite guidate). Se i il numero minimo di visitatori viene a mancare,, questa macchina rischia di malfunzionare generando costi aggiuntivi e anomalie insostenibili.
Forse la chiusura dei musei non è un complotto o una cattiveria contro il mondo della cultura, ma solo un modo per tutelarla.
(Chiara Martine Menchetti)