Nel Blu Dipinto di Blu
Potrebbe essere la colonna sonora di questa news, O, per gli anglofili, “blue eyes, baby’s got blue eyes, like a deep blue see on a blue, blue day!” come cantava Elthon John nei primi anni Ottanta e ancora nell’abbonamento Premium di molti di noi
Probabilmente pensavate di conoscerlo bene. Si studia alle scuole superiore e si approfondisce all’università, magari con un bel corso monografico dedicato. E’ il genere di artista che si rincorre per mostre temporanee e musei, che emoziona e mette tutti d’accordo. Possiamo, dunque dire di conoscerlo bene? No!
L’arte non finisce mai di stupire e se spesso ringraziamo gli archivi e ritrovamenti, altrettanto spesso dobbiamo ringraziare le indagini diagnostiche che oggi ci raccontano un Raffaello “inventore” del primo pigmento artificiale della storia!
Le cose sono andate così: in pieno “periodo romano”, tra una commissione per papa Gulio II e l’altra, Raffaello lavora per Agostino Chigi in quella che sarà poi nota come Villa Farnesina. Fermiamoci però al piano terreno, sull’affresco che rappresenta la ninfa del mare Galatea trionfante alla guida di un cocchio a forma di capasanta e circondata da un corteo di divinità marine e amorini. Ebbene, le analisi sull’opera ci dicono che l’immersione di Raffaello nella mitologia e nell’arte antica, che amava e conosceva profondamente, non solo lo ispirano nell’impostazione della scena, ma anche nello sperimentare la tecnica pittorica. Raffello ricrea infatti il cosiddetto “blu egizio”, pigmento che era scomparso sul finire dell’Impero Romano perché soppiantato dall’uso di lapislazzuli. L’uso che ne fa è larghissimo: lo troviamo nel cielo, nel mare e nei sognanti occhi della ninfa.
A cinquecento anni dalla sua scomparsa sembra avere ancora molto da dire…per fortuna esistono le indagini diagnostiche……e la ricerca continua!
(Federica Fani)