Scoprire Goya grazie alla diagnostica

Dic 18, 2021

La diagnostica è una cosa per specialisti? Sembra proprio di no! I segreti nascosti nelle immagini diagnostiche sono affascinanti per tutti.

Dopo la mostra su Modigliani la piccola cittadina di Lille ci offre una mostra su Goya di taglio innovativo. Non la classica esposizione fatta di dipinti riuniti nelle sale di un museo, ma una mostra che si serve di molte delle tecniche espositive più moderne.

La mostra è ospitata dal Museo delle Belle arti di Lille. La prima sezione della mostra è un enorme tamburo bianco su cui si srotola la storia artistica di Goya intercalata dagli eventi che ne hanno influenzato i soggetti e l’espressione, ma anche  l’influenza di Goya sulla cultura successiva, fino all cinema moderno di Sergio Leone. Questo grande tamburo bianco contiene i dipinti ed allo stesso tempo dà modo di godere di un’esperienza immersiva, con gigantografie di dipinti, di incisioni, di 4 dei suoi autoritratti animati che ci fanno l’occhiolino.

Al piano successivo è stato creato un ambiente ad hoc, diviso in stanze, dove si trovano contemporaneamente opere e video su monitor giganti. Nei video ci sono estratti di un film sulla vita di Goya.

Nella prima sala sono esposti i Capricci messi a confronto con l’omaggio che ne fece Dali. Un grande monitor, quasi un sottofondo, mostra una ricostruzione dell’atelier di Goya ed il pittore nell’atto di creare l’incisione e la stampa. C’è anche una sezione dove viene mostrato lo stato conservativo di due opere con foto in luce diffusa e radente. Da qui si accede alla sala per noi più interessante (a dire il vero è difficile fare una graduatoria).

Questa volta è la diagnostica ad essere messa in mostra. Un video di quasi 10 minuti ad opera del CRMF2. Si mostra come lo studio del dipinto “I tempi” avvenga attraverso le indagini scientifiche:la Fluorescenza UV, la Riflettografia IR e la Radiografia.

Quest’ultima svela che la tela nasconde un altro dipinto. Oltre a seguire il filmato ci incuriosisce la reazione dei visitatori: tutti si fermano e guardano con attenzione. Osservano tutto.

In conclusione una mostra che vorremmo vedere, come format, anche in Italia.

Abbiamo tanta diagnostica da poter utilizzare come attrattore per incuriosire, arricchire il bagaglio culturale di un visitatore ma anche per educare allo studio.

Nel nostro laboratorio i clienti chiedono spesso di assistere durante le acquisizioni, in particolar modo quando viene utilizzato il nostro scanner per Riflettografia IR.

La loro curiosità e meraviglia sono per noi un ulteriore motivo di riflessione. La diagnostica può e deve uscire dai laboratori non solo per mostrarsi didatticamente ma per diventare oggetto di discussione.

I cataloghi d’arte, a nostro parere, dovrebbero sempre contenere una sezione tecnica. Un capitolo aggiuntivo che sarebbe ulteriore valore alle schede storico artistiche.