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Storia di due copie ed un furto
Emanuela artetestiamo, Autenticazioni ed Attribuzioni, In Rilievo, Patrimonio Culturale, Restauro, Strumenti, Studi e Progetti Raffaello 0
dove si parla di una copia fatta per un motivo alquanto sbalorditivo: un furto su commissione.. di un Cardinale!
Quando nel 1507 la Pala Baglioni di Raffaello venne posta sull’altare di San Matteo della Chiesa di San Francesco al Prato, a Perugia, nessuno mai avrebbe immaginato che circa 100 anni dopo il cardinale Scipione Borghese bramasse il suo possesso così tanto da commissionarne il furto.
Furto che, in seguito alla sommossa dei perugini, in pochi giorni divenne “donazione volontaria” da parte dei frati, subito ratificata dallo zio di Scipione, Papa Paolo V.
Sebbene di dimensioni uguali (184×176 cm) e pari all’originale, che oggi è nella collezione della Galleria Borghese a Roma, le copie perugine sono state eseguite in tempi e su supporti diversi.
Una copia su tavola fu eseguita nel 1554, quando l’originale era ancora nella collocazione iniziale, da Domenico Alfani, amico di Raffaello, in collaborazione con il figlio Orazio. La tavola era destinata alla chiesa di Sant’Agostino, sempre a Perugia. L’altra copia invece è su tela, attribuita al Cavalier d’Arpino, e datata 1609, perché commissionata dal porporato per risarcire la città della privazione dell’originale.
Su entrambe queste due copie Art–Test Firenze ha eseguito, in una due giorni perugina all’insegna della diagnostica, con lo scanner Vis-IR, la Riflettografia Infrarossa sulla totalità della superficie.
Grazie alla particolare duttilità della strumentazione, e ad un’ottima coordinazione con i restauratori e storici dell’arte della Galleria Nazionale dell’Umbria, abbiamo potuto progettare i due imponenti cantieri ed allestirli in modo che fossero completati in soli due giorni consecutivi. La campagna riflettografica, restituendo l’immagine del disegno preparatorio, servirà agli studiosi per poter approfondire il tema delle “copie”, valutando i metodi di esecuzione, tramite similitudini e differenze tra loro e con l’originale, anch’esso recentemente indagato e restaurato.
Tutto era destinato ad essere disponibile per la mostra, attualmente cancellata per il periodo di chiusura dovuto al COVID19, dal titolo “La fortuna della Pala Baglioni di Raffaello attraverso le sue copie”, che non sappiamo ancora se sarà riprogrammata.
(Emanuela Massa)

…Raffaello?
RAFFAELLO2020 -2 GIORNI A RaffaelloBDay
Nel Cinquecentenario dalla morte di Raffaello, attribuzioni o presunte tali hanno visto un incremento come mai prima. Diciamoci la verità chi non vorrebbe possedere un capolavoro, a chi non piacerebbe trovare nella propria soffitta un Raffaello perduto?
A giocare un ruolo fondamentale sono le aste, infatti nell’ultimo anno, sono stati battuti molti fra dipinti e disegni attribuiti, almeno inizialmente, probabilmente a fare da specchietto per le allodole, a Raffaello.
L’ultimo non più tardi dell’ottobre 2019 dalla casa d’aste Dorotheum, una Madonna con Bambino, che ha raggiunto una cifra di oltre 1 milione e 600 mila euro circa. L’opera è stata sottoposta ad un esame storico-artistico e di laboratorio nel tentativo di stabilirne la paternità. La riflettografia infrarossa mostra un disegno soggiacente, eseguito sulla superficie preparata della tavola lignea. È stato visto un disegno paragonabile al primissimo stile raffaellesco.
Tutti ben sappiamo, che quando il pittore era ancora in vita, era molto stimato e soprattutto imitato, molte erano le copie realizzate da artisti contemporanei. Siamo anche consci di quanto fosse oberato di lavoro, molto spesso delegava i compiti alla bottega e agli assistenti più fidati e capaci, non prima di aver realizzato il disegno preparatorio.
Non è quindi facile stabilire, con una semplice analisi visiva, quale sia un dipinto eseguito da Raffaello e quale no.
Quel che è certo è che una campagna diagnostica approfondita aiuterebbe la casa d’asta, ma soprattutto l’acquirente a non prendere sviste.
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