Mercoledì 2 ottobre 2019, presso la casa d’aste Pandolfini a Firenze, si è svolta ARCADE, l’asta di dipinti dal XVI al XX secolo.
A stupire è stato il lotto 168. Un dipinto, olio su tela, raffigurante un cane con candela e gigli. La base d’asta partiva 5.000/8.000 euro ed ha raggiunto l’incredibile cifra di 247.000 euro. L’autore? Juan de Pareja, il servo di Velazques, che il pittore ritrasse nel famoso dipinto conservato oggi a New York al Metropolitan Museum, e che gli permise l’ammissione all’Accademia Nazionale di San Luca a Roma.
È probabile che l’acquirente, e gli altri che hanno gareggiato con lui/lei, ci abbia visto qualcosa d’interessante. Potrebbe aver pensato che l’opera sia stata eseguita da Velazques ma lui lo abbia firmato in altro modo, o forse che non sia stata una sola mano ad aver eseguito il quadro. Tutti quesiti leciti e molto interessanti e probabilmente risolvibili con una campagna diagnostica.
Ad incuriosirci però non è stato solo questo dipinto. Infatti, siamo rimaste stupite, ad esempio, dal poco interesse riservato alla Crocifissione dipinta da Jorge Manuel Theotocópuli, il figlio di El Greco. Partiva da una base d’asta di 8.000 euro e ha raggiunto la modesta cifra di 10.000 euro.
Sfogliando il catalogo un gran numero di quadri avevano destato il nostro interesse, ma sorprendentemente sono passati inosservati. I risultati d’asta dimostrano che una grande quantità di opere, oltre la metà, sono state invendute. Non ha giovato la vicinanza con la Biennale di Firenze? Ad attirare i compratori sono solo i grandi nomi? È questa la stagione degli affari o l’arte antica è destinata al dimenticatoio? Ai posteri l’ardua sentenza.
Volli, fortissimamente volli… fare l’affare.
