Voci di corridoio e scandali nel mondo dell’arte. Ma non siamo in un film

Mar 14, 2023 | Autenticazioni ed attribuzioni

Poteva essere l’affare del secolo per un collezionista…ma no!

Una casa d’asta madrilena, Setdart, ha evitato uno scandalo cancellando il contratto di vendita firmato nel 2018 con un collezionista per la vendita di 16 opere d’arte moderne, riconosciute successivamente come « false » grazie a voci che sono rimbalzate nel mercato dell’arte.

Delle 16 opere d’arte proposte dal collezionista (e anche truffatore), un certo Guillermo CT,  una sola opera si e’ rivelata essere veramente della mano di David Hockney. Un truffatore ad ampio raggio: 15 opere contraffatte, tra cui una litografia in stile Edvard Munch, una copia del dittico di Roy Lichtenstein, titolato Whaam! E sette opere che sarebbero dovute essere del defunto scultore e incisore spagnolo Eduardo Chillida, quattro litografie di José Guerrero e una litografia di Saul Steinberg.

Ma come arrivare ad una autenticità « legale » a partire di una semplice voce di corridoio?

Domanda complessa. Domanda spesso ancora più complessa quando si parla d’autenticazione d’arte moderna e contemporanea.

Il copione spagnolo per smascherare e capire da dove fosse partito il “pettegolezzo” è stato di constatare che le  stesse opere dell’artista José Guerrero proposte alla casa d’asta Setdart erano già state ritirate dalla vendita da un’altra casa d’aste dopo che il centro d’arte José Guerrero aveva sollevato dubbi sulla loro autenticità.

Tuttavia, sebbene il collezionista sapesse che le opere erano molto probabilmente dei falsi, ciò non gli ha impedito di metterle successivamente in vendita con Setdart.

La sentenza

I giudici  hanno condannato  il collezionista dei falsi a un totale di quattro anni di reclusione per violazione dei diritti di proprietà intellettuale e per frode.

Gli è stato inoltre ordinato di risarcire gli acquirenti delle opere contraffatte e di risarcire danni di € 48.000 agli eredi di José Guerrero e € 39.700 alla società che gestisce la tenuta Chillida.

La nostalgia

Il caso madrileno mi ricorda una lezione all’università di giurisprudenza in Francia, durante un lungo corso impegnativo che si chiamava « droit des ventes aux enchères » o in italiano “diritto delle vendite all’asta”, dove si parlava per ore su dei casi di falsi, degli errori delle didascalie sui cataloghi, della responsabilità dell’esperto, della casa d’asta e del proprietario dell’opera, ma dove la parola “scientifica” era… assente nella valutazione.

A 22 anni guardavo fuori dalla finestra e mi facevo da sola dei lunghi viaggi con la mente:

«Perché acquistare un’opera d’arte costosissima senza una diagnostica scientifica che dia modo di capire che cos’è veramente? Solo basarsi sulla bellezza dell’oggetto o solo del nome dell’artista mi sembra una follia! Le pubblicazioni o non pubblicazioni scritte da storici dell’arte possono essere davvero gli unici argomenti validi per un ‘expertise? Il mondo dell’arte è strano … No! Questo non è solo il mondo dell’arte, ma la classica storia di un economia di mercato dove tutti cercano ad avere l’ultimo tesoro e idealmente questo tesoro aumenta di valore all’infinito! Comunque un falso Picasso senza diagnostica scientifica, non male per un mondo utopico! (…) ». 

Con queste domande eccentriche e questo pensiero avrei rovinato la lezione, quindi me le sono tenute per me. Non ho mai voluto fare il battitore di casa d’asta ma avrei sempre voluto essere quella al telefono. Nella mia sceneggiatura perfetta questa figura conosce la conservazione e quindi i materiali delle opere d’arte a menadito ed è in grado di consigliare al meglio una o un cliente appassionato d’arte, un museo e soprattutto trovare il posto giusto e sicuro per l’opera d’arte e la sua conservazione.

Dal dentista ci andiamo sicuramente  più sereni nel 2023 che nel  1900 (il panorex  X-ray salva il vostro sorriso, e non solo! )

Allora non è una pubblicità indiretta per la mia dentista, ma il panorex X-ray è una tecnologia che mi appassiona molto! Vedere l’invisibile è affascinante, e la radiografia 3D ancora di più!

Quando abbiamo un problema di salute, andiamo dal medico, facciamo un check-up del nostro corpo (prelievi,  scanner etc.), cerchiamo di capire il problema per poi curare e  a volte operare.

Quando un’opera è valutata a milioni che sia antica o contemporanea, la diagnostica si fa molto raramente, per non dire mai. Documentare a livello scientifico un opera d’arte, particolarmente quando sia contemporanea, per capire e conservare la tecnica di un artista sarebbe una delle soluzioni per evitare i falsi di domani e soprattutto  migliorarsi in conservazione (e in restauro), per mettere al primo piano la creatività e la tecnicità di una creazione intellettuale e non solo un valore economico.

Nel processo madrileno, Francisco Baena, direttore del centro José Guerrero di Granada, ha dichiarato che la carta e i materiali delle opere attribuite agli artisti erano sbagliati “Guerrero è sempre stato fermo e sicuro, ma il pittore delle opere che mi ha mostrato la polizia era titubante, come se sapesse che quello che stava facendo era un falso».

L’occhio umano (anche il più esperto) può davvero identificare il gesto vero e autentico dell’artista?

In materia d’autenticazione e di conservazione delle opere d’arte credo alla scienza e alla nuova tecnologia applicata per la ricerca scientifica come in medicina. Anche la documentazione filologica dell’opera nella storia dell’arte è importante ma una non dovrebbe superare l’altra.

Personalmente, ho un gran rispetto per il talento, la passione e la fantasia dei falsari.

Ho avuto la fortuna di formarmi a Parigi accanto ad un falsario. Aveva 79 anni e prendeva come me lezioni di restauro e conservazione di dipinti. Ho imparato tanto sulle tecniche pittoriche grazie al mio collega d’atelier che sapeva osservare alla perfezione le opere d’arte. Lui non avrebbe avuto il gesto titubante per creare un nuovo Guerrero e avrebbe anche studiato per bene i materiali dell’artista!

In un film del 1966  « Come rubare un milione di dollari e vivere felici»

diretto da William Wyler con Audrey Hepburn e Peter O’Toole, la figlia (Audrey Hepburn) di un abile falsario (William Wyler) tenta di redimere il padre per evitargli di cacciarsi nei guai, ma incontra un affascinante ladro (Peter O’Toole).

Già in 1966, Audrey Hepburn parla di raggi X sulle opere d’arte mentre suo padre finisce un nuovo Van Gogh…

A volte il cinema è in anticipo, e nel caso dei falsi di Madrid, Audrey Hepburn non avrebbe lasciato una voce correre sulla presenza di falsi.

Nel mio immaginario mercato dell’arte e della conservazione, prima della vendita all’asta, un’osservazione in un laboratorio di diagnostica sarebbe automatica per non dire obbligatoria. La donna al telefono vorrebbe consigliare per bene i suoi clienti prima di fare acquistare un  Edvard Munch ad un museo o ad una collezione privata.

Marine Butera