Kandinsky per il Donbass?

Mag 10, 2022

Criptovalute, NFT e un (falso?) Kandinsky in vendita su un sito russo “per aiutare i soldati del Donbass”

È apparso on line il progetto Terricon, Art for Victory, che propone arte (NFT e un Kandinsky) in vendita “per aiutare i bisognosi” a causa della guerra, cioè i russi, cercando di cogliere le opportunità offerte dalle criptovalute: “in Russia, oltre ai russi che vivono all’estero, c’è più del 30% della criptovaluta totale mondiale. Ora che molti si trovano ad affrontare il problema del blocco degli account, e dell’impossibilità di inviare denaro. (…). è questo il modo di aiutare in modo assolutamente anonimo il popolo russo”.

Tuttavia, sebbene firmato e datato 1909, è probabile che il Kandinsky in vendita sul sito sia un falso. Il dipinto in realtà è noto, ed era già stato messo in discussione nel 2005 quando fu pubblicato in un catalogo ragionato “alternativo” che provocò uno scandalo e le aspre critiche alla Kandinsky Society.

Niente di sorprendente dal momento che il mondo dell’autenticazione dell’Avanguardia Russa è un disastro, dove i falsi sono più numerosi dei dipinti autentici. In effetti, il mercato nero dei dipinti ascrivibili a questo periodo è iniziato con la caduta del comunismo, ma è stata la successiva crisi economica a generare un’inondazione di falsi.

A metà degli anni ’20, Malevich e altri artisti contemporanei furono attaccati da Stalin, che definì il loro lavoro “borghese” e confiscò molte delle loro opere d’arte. Dopo la fine dell’URSS, negli anni 90, e la librazione del mercato russo, però, il loro destino si  è invertito, questi dipinti sono diventati uno status symbol tra gli oligarchi di Mosca, ed i loro prezzi sono saliti alle stelle.

Un’altra conseguenza del crollo dell’Unione Sovietica è  stata che i principali musei statali e istituti di conservazione, tra cui la Galleria Tretyakov e il Centro di restauro Grabar, si sono dedicati, per far cassa, all’emissione di certificati di autenticità.

Il dipinto in vendita per il progetto Terricon è per l’appunto corredato di certificati rilasciati proprio dalla Galleria Tretyakov. Ma purtroppo questa è tutt’altro che una prova affidabile.

Probabilmente l’occasione è stata talvolta troppo ghiotta. Se è difficile imitare un Rubens, apparentemente è molto più facile creare un Malevich o un Kandinsky del valore di decine di milioni ciascuno, e ancora più semplice rilasciare certificati fraudolenti.

Fatto sta che un’indagine interna di Tretyakov ha stabilito che tra i 212 dipinti che erano stati esaminati dal dipartimento di competenza del museo, 96 erano stati erroneamente certificati come autentici. Di conseguenza nel 2006 il ministero della cultura russo ha vietato alle istituzioni sotto il suo controllo di essere coinvolte nella certificazione delle opere d’arte. Eppure, sebbene nel 2016 il Dipartimento di Competenza sia stato sciolto, tali certificati circolano ancora e possono ancora ingannare i collezionisti più ingenui.

Il dipinto offerto sul sito è apparso anche nella monumentale monografia “Kandinsky in Russia“, scritta da Valery Turchin, storico dell’arte e professore all’Università statale di Mosca, la cui pubblicazione è stata sostenuta finanziariamente dal governo russo.

Tuttavia, se c’è un artista dell’avanguardia russa il cui processo di autenticazione è super protetto, questo è Vasily Kandinsky. In effetti, né Sotheby’s né Christie’s né altri mercanti importanti prenderebbero mai in carico un’opera  a meno  non lfosse inclusa nel catalogo ragionato pubblicato dalla Società Kandinsky.

La società, che ha sede nel Centro Pompidou a Parigi, è stata fondata nel 1979 dalla vedova dell’artista proprio per proteggerne e promuoverne l’eredità. Ne sono membri anche i direttori dei tre musei che custodiscono la maggior parte delle opere dell’artista in Occidente: il Museo Nazionale d’Arte Moderna al Centro Pompidou, il Lenbachhaus di Monaco e il Museo Guggenheim. La società non rilascia certificati; informa soltanto i proprietari che inserirà o non inserirà l’opera nel catalogo ragionato.

Tuttavia, in pratica si tratta di fatto di un monopolio in merito all’autenticazione di Kandinsky, che non tutti apprezzano. E che rischia di provocare scontri politici, perché a Mosca non tutti sono d’accordo che sia un’istituzione occidentale a decidere su un artista russo.

Ma la credibilità’ della Kandisky Society non è certo messa in discussione da Turchin e dalla sua “Società di ammiratori dell’arte di Wassily Kandinsky”, fondata nel 2004. L’organizzazione non ha sede. Le sue attività ufficiali si sono limitate alla pubblicazione della monografia di Turchin e all’installazione di una targa commemorativa sulla casa in cui Kandinsky visse a Mosca.
Turchin ha addirittura certificato un dipinto di Kandinsky, dichiarato falso, che è stato sequestrato dalla polizia italiana nel 2011.

Secondo il Progetto Terricon, Sotheby’s ha stimato il valore della tela in vendita in 10 milioni di euro. Tuttavia, un portavoce della casa d’aste londinese ha detto a The Art Newspaper che la casa d’aste “non conferma le stime per le opere d’arte senza prima averle ispezionate di persona e averne stabilito l’autenticità”.
Per quello che possiamo vedere sul sito “Art for Victory”, non ci sono offerte per gli NFT. Speriamo che la guerra finisca presto e sicuramente prima che qualcuno paghi 10 milioni di euro per un falso.

Anna Pelagotti