Quando le scoperte riguardano dipinti di Vincent Van Gogh la notizia fa il giro del mondo velocemente. Ed anche questa volta è stato cosi.
Il dipinto scoperto grazie alla campagna radiografica effettuata su “Testa di contadina”, conservato al National Galleries of Scotland, è un ulteriore prova del riutilizzo dei supporti da parte di Van Gogh, pratica più volte seguita dall’artista, che come tutti sappiamo ha vissuto anche periodi di grandi ristrettezze economiche.
Van Gogh si è autoritratto svaruate volte, almeno 25, di questi di ritratti quelli in cui si ritrae con un cappello sono 9 ma solo alcuni possono dirsi simili a quello svelato dalla radiografia.

C’è però un particolare che ha destato la nostra attenzione nell’osservare l’immagine rivelata con la radiografia. Confrontando questa immagine con gli autoritratti conosciuti del pittore, notiamo come al collo abbia un fazzoletto annodato le cui code vengono lasciate libere. Comparando questo con tutti gli altri dipinti con soggetto simile vediamo che in nessuno è ritratto con questo particolare mentre qualcosa di simile lo si ritrova in un ritratto pubblicato in “Vincent Van Gogh: the lost arles sketchbook”, pubblicazione che racchiude tutti i disegni ritrovati in un quaderno alcuni anni fa. Ad oggi ancora non si è conclusa la ricerca per comprendere la paternità di questi disegni ma di certo in questo “corpus” si ritrova un volto, considerato un autoritratto, con fazzoletto al collo con “coda libera”.

Il quaderno dovrebbe risalire al 1888 e il ritratto ritrovato, grazie alla radiografia, sembra essere del 1887. Forse è arrivato il momento di prendere nuovamente in considerazione la ricerca fatta e pubblicata nel libro?

Ancora una volta la diagnostica è la chiave di volta, il mezzo più adatto per approfondire le ricerche documentali e per rivelare, sempre più spesso, particolari sconosciuti.
