Danneggiato un affresco pompeiano prestato per la mostra “Alexandria: Past Futures”, ma nessuno ne se assume la responsabilità

L’esposizione, tenutasi prima a Bruxelles e poi a Marsiglia, ha rivisitato la storia e il presente della città egiziana, lontano dai miti e dagli stereotipi tradizionalmente ad essa associati.
In mostra manufatti a coprire otto secoli, dalla fondazione della città da parte di Alessandro Magno (331 aC) all’avvento del cristianesimo (381 d.C.), con incursioni in reperti risalenti ai tempi bizantini, arabo-islamici ed anche moderni.
Tra le opere esposte anche un affresco pompeiano strappato, raffigurante il mito di Io. Qui si raffigura la fanciulla amata da Zeus che intrapreso un viaggio per sfuggire alla collera di Era, arriva a Canopo, vicino ad Alessandria, e viene accolta da Iside in posa regale con il figlioletto Arpocrate e gli adepti al suo culto misterico. L’affresco si rifà ad un originale alessandrino, a dimostrazione dell’influenza della città egiziana sull’intera area mediterranea.
Secondo quanto documentato dall’archeologa Valentina Porcheddu, l’opera però è tornata al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), in cui è conservata ed esposta, danneggiata. Percorsa da crepe e profonde fratture, che qualcuno ha tentato di velinare. Un intervento assolutamente inadeguato.
Dal Museo archeologico di Napoli fanno sapere che l’affresco è stato inviato e gestito rispettando i consolidati protocolli di sicurezza. Inoltre, si puntualizza che se l’opera non fosse stata in perfetto stato, essa non avrebbe mai lasciato la città partenopea.
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