Art-Testando: Modigliani, un’occasione sprecata

Ott 25, 2020

Parte del nostro lavoro è quello di visitare quante più mostre possibili. Per questo ci siamo recati a Livorno. La città che diede i natali a Modigliani, espone le sue opere non molto lontano dal luogo in cui furono ritrovate le famose “teste”. Burla goliardica che, forse, segnò il destino delle opere di Modigliani, ovvero il costante dubbio sull’autografia.

Appena prima dell’entrata troviamo il “libro dei commenti” e subito ci salta all’occhio l’ultimo, che esternava grande delusione sull’impostazione della mostra. Varcata la tenda cerulea che ci separa dal primo pannello di presentazione, troviamo una carrellata di artisti, che con Modigliani condivisero non solo alcuni anni di produzione ma anche, galleristi, Zborowski, che lo stipendiò dal 1915 e collezionisti come Netter. L’importanza della collezione Netter, nella storia del nostro artista è particolarmente evidente in questa mostra e ben fa comprendere la dinamica di mercato che coinvolse Modigliani. La nostra attenzione si ferma su “Hanka Zborowska”(matita su carta, 42 x 26 cm),

su come il foglio utilizzato potesse essere parte di un blocco su cui Amedeo disegnava. Osservando la carta in leggera radenza è possibile vedere un segno, dovuto alla pressione della matita sul foglio precedente, verosimilmente un ritratto.

Lo spazio riservato a Modi’ è il più intimo, forse troppo, solo un quinto delle opere esposte. Usciti da questa area, ci ritroviamo nuovamente tra i suoi contemporanei conservati presso le due grandi collezioni menzionate nel sottotitolo della mostra, Netter ed Alexander.

Usciamo nuovamente dalla tenda cerulea e ripensiamo al commento letto circa un’ora prima. In realtà anche a noi è rimasto un senso di incompiuto: ci ritorna alla mente “300 franchi al mese per il materiale occorrente, tele, colori” citato in uno dei pannelli esplicativi. 

Ecco avremmo voluto sapere quali tele, quali colori. Per l’artista che vanta copie di alta e bassa qualità, e per il momento che vive il mercato dell’arte, ci sarebbe piaciuto poter godere di alcuni elementi scientifici che aiutassero a capire la sua tecnica e quindi la sua poetica. 

Al nostro occhio sempre attento a scovar pentimenti e ripensamenti su le opere in mostra, non sono sfuggiti alcuni particolari. Vi lasciamo con qualche curiosità che speriamo voi stessi vogliate verificare. 

Moïse Kisling – La Femme au pull-over rouge, 1917
Ph Art-test – Dettaglio del ripensamento
Moïse Kisling – L’espagnole, 1919
Ph Art-test – Dettaglio del ripensamento