L’11 agosto 2021 è morto l’ex chair del Rembrandt Research Project, Ernst de Wetering.
È stato una figura cruciale nel campo dell’autenticazione e un coinnosseur molto potente. Come presidente del RRP, dal 1990 fino alla cessazione delle attività nel 2011, ha contribuito a elaborare molte attribuzioni riguardanti Rembrandt.
E ora, sospettiamo, molte di queste potrebbero essere messe in discussione.
Per circa 50 anni senza il consenso del RRP nessun dipinto poteva essere attribuito a Rembrandt, a meno che non fosse personalmente de Wetering a sostenerlo.
Vediamo perché.
Il punto di svolta nell’attribuzione di dipinti olandesi e fiamminghi del diciassettesimo secolo è stato il famigerato “Scandalo Van Meegeren“, nel 1945, quando “Cristo e i suoi discepoli ad Emmaus” ampiamente celebrato come uno dei migliori dipinti di Veermeer si rivelo’ un falso.
Durante il processo le analisi scientifiche furono essenziali per stabilire l’inautenticità, mentre al tempo era abbastanza comune per gli “esperti” esprimere la propria opinione semplicemente riferendosi alla propria intuizione, o “sentimento”, su un dipinto, senza necessita’ di altra spiegazione.
Questo chiaramente non era più possibile, dopo tutto l’imbarazzo causato dall’aver sostenuto un falso palese.
Pertanto, quando negli anni Sessanta si decise di produrre un nuovo Catalogue raisonne’ delle opere di Rembrandt, si decise di combinare la tradizionale connoisseurship con le più recenti tecniche scientifiche e formare una commissione di esperti per valutare ogni singolo pezzo.
La dendrocronologia, ad esempio, si rivelo’ molto utile per datare i pannelli di quercia usati da Rembrandt per i suoi primi lavori, per scoprire le copie e talvolta anche per dimostrare che quella che era stata considerata un’imitazione tarda era realizzata su legno autentico del XVII secolo.
I raggi X si rivelarono preziosi per ricostruire il processo lavorativo di Rembrandt, in termini di come impostava la composizione e l’ordine in cui eseguiva le varie parti di un dipinto. Altre peculiarità si poterono scoprire con le altre tecniche utilizzate, come la fotografia UV e la riflettografia IR, insieme all’analisi chimica dei materiali utilizzati.
Tuttavia, era chiaro che, nonostante l’utilità delle varie analisi diagnostiche, poteva esserci ancora incertezza sulla paternità di un dipinto, soprattutto quando si trattava di distinguere il maestro da allievi di talento, che avevano accesso agli stessi materiali e condividevano le tecniche all’interno dello studio.
In alcuni altri casi, l’incertezza derivava anche da analisi tecniche non complete o di scarsa qualità.
Da qui l’arbitrio riservato ai connoisseur.
Tuttavia, quando de Wetering ha deciso di ritirarsi, anche se circa un quarto dell’opera di Rembrandt non era stato ancora indagato, nessuno studioso ha voluto assumersi responsabilità di presiedere il RRP.
Cosa accadrà adesso? Chi deciderà se un dipinto è un Rembrandt?
Il caso più recente in cui è stata proposta un’attribuzione senza la benedizione ufficiale del RPP è il Ritratto di una giovane donna dell’Allentown Art Museum in Pennsylvania. Fu classificato negli anni venti dal RRP come prodotto dello studio di Rembrandt piuttosto che del maestro stesso.
Nel 2020 gli esperti del museo hanno affermato un’altra verità.
Elaine Mehalakes, vice presidente degli affari curatoriali del museo di Allentown, ha osato affermare che il RRP non aveva mezzi tecnici moderni. L’unica immagine tecnica su cui si basava era una radiografia della fine degli anni ’20 che, peraltro, è stata scattata quando il pannello era parchettato.
Nessuna obiezione da parte del RRP, in quanto non più esistente, e anche probabilmente perché la firma ritrovata sul dipinto era una chiara indicazione.
Ci auguriamo che la nuova attribuzione/de-attribuzione trovi nei documenti disponibili il miglior terreno per un’interpretazione affidabile dei dati. Ma siamo onesti: la gara è aperta.
Una buona notizia è che l’ampia documentazione raccolta durante il RRP è ora per lo più disponibile gratuitamente online tramite il sito web del progetto Rembrand Database, supportato da diversi musei e istituzioni d’arte in tutto il mondo. Sfruttiamolo al meglio!