Come una Maddalena si è rivelata essere, grazie alla diagnostica ed al restauro, la rappresentazione di una giovane donna


Le foto dell’opera prima e dopo il restauro
Se si pensa ai lavori di Giovanni di Battista di Iacopo, detto il Rosso Fiorentino, immediatamente ci si palesano figure grottesche, in alcuni casi dalle sembianze quasi demoniache, completamente private da quei filtri raffinati ed eleganti tipici dell’arte rinascimentale.
Stile singolare, estremamente dettagliato, caratterizzato però allo stesso tempo da elementi geometrici, quasi statici. A composizioni animate e tormentate si affiancano panneggi estremamente ampi e dalle forme spigolose, che risultano a volte irrealistiche, ed una estrema espressività dei personaggi ritratti, come accade ne La Deposizione.
Nato a Firenze nel 1494 e formatosi insieme al suo coetaneo il Pontormo nella bottega di Andrea del Sarto tra il 1510 e il 1517, sin da suoi primi lavori dimostrò un atteggiamento ribelle verso le costrizioni imposte dalla corrente artistica dominante ma ormai in esaurimento. Cercando di ricreare quella dinamicità nei corpi che tanto ammirava nelle opere di Michelangelo, pose le basi della maniera fiorentina ed col suo trasferimento in Francia della scuola di Fontainebleau, del Manierismo.
Il suo stile singolare e sicuramente facilmente identificabile subirà poi un ulteriore incupimento a seguito del sacco di Roma del 1527.
Se si osserva però il Ritratto di giovine donna realizzato a olio su tavola esposto agli Uffizi, appartenente alla collezione dal 1894, viene da pensare che vi debba essere stato un primo momento in cui la personalità dell’artista doveva ancora affermarsi o più probabilmente, che il giovane pittore, appena sedicenne fosse più cauto nella composizione attenendosi alla “moda” dell’epoca.
La giovane donna è infatti ritratta di tre quarti, in modo gentile, ordinato, il suo aspetto, il suo abito e tutta la composizione a cui fa sfondo un paesaggio semplice e timidamente accennato sembra strizzare l’occhio a Raffaello. Sono infatti non poche le somiglianze con La Gravida (1505-1506)
L’abito scollato nero con inserti verdi sul busto ricorda molto l’abbigliamento dei primi anni del 500, elementi come il velo che le coprono i capelli e l’appena accennata aureola intorno alla testa facevano pensare alla figura di una santa, non a caso infatti le era stata attribuita l’identità di Maria Maddalena.

Questo era l’aspetto dell’opera nel 2009 quando venne analizzata da Art–Test che intraprese una campagna diagnostica commissionata per capire a quante ridipinture fosse stata sottoposta l’opera e quale fosse effettivamente l’aspetto originale della ritratta.
Per questo motivo il dipinto è stato sottoposto alla tecnica di imaging di fluorescenza UV per andare ad osservarne le ridipinture ed eventuali interventi di restauro precedenti, e successivamente all’analisi di riflettografia IR per osservarne il disegno preparatorio.
La combinazione delle due analisi ha permesso di procedere con un progetto di pulitura piuttosto importante che ha previsto la totale rimozione di quegli elementi che si sono rivelati apocrifi come l’aureola, il velo ed il drappeggio rosso che copriva in parte la spalla della giovine, restituendo all’opera un aspetto più concorde a quello pensato e realizzato dall’artista originariamente.
La giovane donna mostra somiglianze con le fanciulle ritratte da Andrea del Sarto nella Natività della Vergine e quelle dell’Assunzione eseguita dal Rosso al chiostrino dei Voti risalente al 1514.E’ vero però che sono assenti quelle singolarità stilistiche che rendono ancora in parte dubbia la sua attribuzione.
Indipendentemente da ciò, è indiscutibile che la diagnostica anche in questo caso abbia svolto un ruolo importante conducendo analisi i cui risultati hanno permesso di procedere con la sostanziosa ed impegnativa pulitura descritta, ma che non compromettesse l’opera.
Il binomio diagnostica-restauro è così culminato con la restituzione agli Uffizi del ritratto non più di una Maddalena bensì di una giovane ed elegante donna con abiti, acconciatura e gioielli tipici del Cinquecento.

Alice Fusco