La diagnostica va in mostra…a Vienna

Feb 23, 2025 | Autenticazioni ed attribuzioni, Mostre, Patrimonio Culturale

A nostro parere, nel 2025, dedicare una sezione di diagnostica all’interno di mostre d’arte che si dichiarano di tipo scientifico, dovrebbe essere imprescindibile.

Non tutti ancora lo fanno, ma è sempre più comune ed interessante. Poi ci sono le mostre come “Gustav Klimt – Pigment & Pixel ‘ Rediscovering art through technology”, appena inaugurata al Belvedere Museum di Vienna che fanno delle analisi tecniche il loro punto focale.

L’esposizione viennese offre così un’occasione unica per approfondire la conoscenza di questo artista iconico.

La mostra esplora, grazie alla tecnologia, diversi aspetti della sua arte, con particolare attenzione alla ricostruzione virtuale dei suoi “Faculty Paintings” e all’uso dell’oro che è una delle cifre distintive dell’artista.

In particolare, il dipinto “Giuditta”, considerata come l’opera anticipatrice del periodo aureo, offre un’occasione unica per ammirare da vicino la sua maestria nell’uso di questo elemento.

Grazie alle analisi diagnostiche, infatti, sono stati svelati i segreti dietro i leggendari dipinti dorati di questo artista, e si è mostrato come utilizzasse esclusivamente foglia d’oro a 23,5 carati per le sue opere. Le immagini macroscopiche esposte permettono di osservare da vicino la tecnica minuziosa con cui applicava questo prezioso materiale sulla tela.

In mostra anche riflettografie e radiografie, che documentano il processo creativo dell’artista. Così come ritroviamo un’opera “non finita”, il ritratto di Analie Zucherkandl.

Il visitatore così potrà osservare “dal vivo” il disegno preparatorio che normalmente è celato dal colore!

Ulteriore particolarità della mostra è la ricostruzione ipotetica dei colori dei cosiddetti “Faculty Paintings”, tre tele monumentali raffiguranti allegorie di Filosofia, Medicina e Giurisprudenza. Questi dipinti, originariamente commissionati per il soffitto della Great Hall dell’Università di Vienna, andarono distrutti in un incendio durante la Seconda Guerra Mondiale, lasciando solo fotografie in bianco e nero come testimonianza. Grazie alla collaborazione con Google Arts & Culture e all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, è stato possibile ipotizzare una ricostruzione dei colori originali di queste opere, offrendo anche al pubblico contemporanea la possibilità di ammirarle. Una possibilità spettacolare che potrebbe essere sfruttata in molte altre occasioni!

Questa mostra è sicuramente un’occasione imperdibile per conoscere da vicino l’arte di Klimt, offre un panorama completo sulla sua produzione artistica e sul suo contributo all’arte.

Per noi diagnosti poi sarà di certo una fonte scientifica per futuri studi su opere, o presunte tali, dell’artista.

Emanuela Massa
Emanuela Massa