Quando conta la tecnica: effetti straordinari, straordinarie perdite

Ott 25, 2020

Piero di Cosimo

E’ aperta questa estate a Firenze la mostra monografica “Piero di Cosimo pittore eccentrico fra Rinascimento e Maniera” (Uffizi, fino al 27/9), sorella di quella appena conclusasi della National Gallery of Art di Washington, per la quale la Galleria fiorentina aveva prestato, tra l’altro, la straordinaria “Liberazione di Andromeda”  di cui dice Vasari “non fece mai Piero la più vaga pittura né la meglio finita di questa” (indagini diagnostiche Art-Test, ancora non pubblicate)

Nell’esposizione fiorentina dipinti e disegni di Piero dialogano con opere di artisti qualiFilippino LippiFra Bartolomeo e Lorenzo di Credi, ad evidenziare come l’allievo di Cosimo rimanga un pittore originale, di cui si è detto che fosse più simile ai fiamminghi (o ai veneziani), che ai fiorentini, per il suo fondare le pitture sui valori cromatici piuttosto che sul disegno. Ma è questo ciò che emerge dalle indagini?

Pittore solitario, secondo quanto racconta ancora Vasari, richiestissimo però dalle famiglie più in vista di Firenze (tra cui gli Strozzi, i Capponi, i Vespucci) fu uno sperimentatore, uno dei primi, insieme a Leonardo, nell’adottare la pittura ad olio.  Lo studio di E.Walmsley fa emergere come Piero fosse eccentrico anche nella tecnica, con sovrapposizioni e pennellate particolari, e talvolta con i polpastrelli usati al posto dei pennelli.
Proprio la conferma, tramite osservazioni e indagini diagnostiche, dell’utilizzo di una tecnica tanto particolare ha consentito di risolvere alcuni casi di dubbia attribuzione.

Questo suo tentare nuove strade, allontanandosi dal consolidato modo tradizionale, potrebbe però essere anche la causa dei difficile stato di conservazione in cui versano diverse sue opere.

Ad esempio, la grandiosa pala d’altare “Matrimonio mistico di Santa Caterina e Santi”, oltre all’altissima qualità della pittura originale, ha rivelato perdite significative, sotto i molteplici strati di ridipinture (analisi diagnostiche Art-Test, ancora non pubblicate). L’opera è stata inaspettatamente ritrovata in una collezione privata, e eccezionalmente prestata per l’esposizione, dove è possibileammirarla durante le impegnative fasi di restauro. La pala difettava della cimasa, ma un frammento con due angeli recanti una corona distribuendo incenso, catalogato come “stile Piero di Cosimo”, e’ stato identificato alla National Gallery di Edimburgo.

Una volta giunta a Firenze per restauro, le indagini (ancora Art-Test), hanno rivelato l’indiscussa appartenenza ad un unico complesso con la tavola di cui sopra. Nella parte alta della pala sono spuntati, infatti, all’infrarosso, i piedi degli angeli della cimasa. Ora, tolte le ridipinture, le due parti sono state unite per la mostra e gli angeli hanno riottenuto i loro piedi, ma solo temporaneamente poiche’, così va la storia, finita la mostra se ne torneranno a 1700 km di distanza!

“Angeli reggi corona”, prima del restauro, Piero di Cosimo, National Gallery di Edimburgo
“Matrimonio mistico di Santa Caterina”, prima del restauro, Piero di Cosimo, collezione privata; attualmente in mostra in corso di restauro