2 Decembre
1824 al signor Chevreul viene affidato il compito di rilanciare la storica manifattura Gobelins, dopo che la clientela si era lamentata che i colori erano spenti e poco attraenti. Chevreul si mette a studiare e si rende conto che i colori usati dai Gobelins sono gli stessi di tutti gli altri, e conclude che tutto dipende da come si accostano. Scrive un libro dove illustra come l’intensità di ciascun colore dipende dai colori adiacenti. Georges Seurat, nato il 2 dicembre 1859, legge il libro e viene folgorato sulla via di Damasco. Il significato sociale dell’arte lo interessa relativamente poco, come studente dell’accademia non spicca, ma è affascinato dagli effetti della composizione e del colore. Crea un nuovo modo di fare arte, il puntinismo, dove le composizioni sono create da piccolo punti di colore puro, che si mescoleranno nell’occhio dello spettatore. Il vantaggio del puntinismo sarebbe consistito, secondo Seurat, nel produrre immagini molto più intense e luminose rispetto alla tradizionale stesura sulla tela di tinte preventivamente mescolate tra di loro
La sua convinzione, tutta positivistica, è che si debba unire il rigore della scienza alla libera creatività dell’arte: «la scienza libera da tutte le incertezze, permette di muoversi in tutta libertà in un ambito assai esteso, è dunque una duplice ingiuria per l’arte e per la scienza credere che una escluda necessariamente l’altra». Come non essere d’accordo?