Avete mai provato a immaginare la vostra vita senza arte?
Quella cosa che avete sempre pensato fosse frivola, superficiale e superflua. Quella cosa che non è il vostro core business, che è un po’ una perdita di tempo, quella cosa che magari leggo dopo, adesso non ho voglia, non è importante.
Quella stessa cosa che però vi rende persone migliori, belle, colte. Che vi spinge ad andare al museo, e in città lontane, che vi fa tirare fuori il cellulare per scattare un centinaio di foto (che puntualmente rovinate con faccioni con espressioni improbabili). Quella che vi fa rimanere a bocca aperta e vi fa venire un tuffo al cuore, quella che vi fa rimanere a testa in su con l’espressione inebetita.
La stessa arte che alcuni ancora snobbano, è quella che durante il terribile e interminabile lockdown scorso ci ha salvato, tutti incollati agli schermi ad aspettare una nuova pillola di cultura. E adesso? Adesso niente… I musei rimangono aperti anche con quest’ultimo DPCM, ma l’arte è caduta nel dimenticatoio: mostre, esibizioni, musei, fondazioni e molti altri nel settore stanno faticando, rischiano in alcuni casi la chiusura.
Il fenomeno non riguarda solo l’Italia, ma ha portata mondiale. Il museo di Brooklyn si è trovato costretto a vendere ben 12 opere della collezione.
Se occuperà la casa d’asta Christie’s. I dipinti messi in vendita vedono la firma di Donato de’ Bardi, Lucas Cranach Il Vecchio, Gustave Courbet, Jean Baptiste Camille Corot, Miro’.
Che fine faranno? Probabilmente in mano privata. Qualcuno li avra’ solo per se’. E saremo (quasi) tutti un po’ più poveri.