Andar per mostre

Dic 22, 2022 | Art-Test notizie, Mostre, Patrimonio Culturale

Tra il regalo alla zia e quello al nipote programmate un dono per voi! Regalatevi del tempo! Un buon utilizzo di questo potrebbe essere andar per mostre.

 Noi lo abbiamo fatto. Ne abbiamo viste tre. Tre generi diversi. Tre città diverse. E siamo andati fino a Vienna!  Naturalmente le recensiremo seguendo il nostro occhio indagatore.

Cominciamo proprio dalla più distante:

Untitled (Prophet I), 1981, collezione privata

THE RETROSPECTIVE, BASQUIAT, Vienna, Albertina

(fino all’8 gennaio 2023)


L’Albertina dedica a questa mostra tutto un piano a cui si accede dopo aver disceso una scala mobile che un po’ ricorda l’underground americano

Una quinta scenica totalmente bianca su cui sono applicate tante foto di Basquiat, della sua vita familiare e della sua vita artistica accoglie i visitatori. Un susseguirsi di ambienti ospitano le opere di questo genio/ragazzino sembra quasi che fossero da sempre state lì. La maggior parte sono protette da vetro. Praticamente tutte di collezione privata.

La nostra curiosità per questa mostra nasce dal voler comprende il fenomeno Basquiat. Vederne dal vivo i supporti ed il modo di utilizzare la materia. Nell’avvicinarsi si nota come ci siano impronte di scarpe (spesso creava poggiando il supporto per terra). Come utilizzasse il collage inserendo carta o tessuto. Le sue scritte sono frutto di uno sgraffio. Il colore è un succedersi si stratificazioni. Le sue citazioni sono disseminate in qua e là’. Il suo non è astrattismo ma una visione della realtà mescolata ad una vita molto sopra le righe. Non mancano citazioni a soggetti “classici” ma la cosa che ci ha più sorpreso è come abbia sintetizzato concetti complessi di ottica (vedi la copertina), un mito!

I Macchiaioli, Palazzo Blu, Pisa

(Fino a 26 Febbraio 2023)

Ci sono attualmente ben 3 mostre in contemporanea che affrontano la stagione dei macchiaioli: Pisa, Bologna e Trieste.  Noi abbiamo visitato la mostra pisana, a cura della Dott.ssa Francesca Dini ed ospitata nella sede di Palazzo Blu a Pisa.

Di questa mostra troviamo subito interessante quello che possiamo descrivere come il “prequel”
All’ingresso siamo accolti dagli studi degli antichi maestri. Quasi in contrapposizione a quanto si possa pensare, i macchiaioli trovano le loro radici nel primato del disegno.

Il percorso della mostra ci guida nella loro scuola, presentandocene i protagonisti e mostrandoci tante opere provenienti da collezioni private, dato non trascurabile perché rende ancor più preziosa questa mostra, con contributi alla conoscenza di questi autori che normalmente non sono di pubblico godimento.

Ritroviamo anche alcuni “amici”, uno tra tutti la Pastorella di Fattori su cui abbiamo eseguito una riflettografia ritrovando una pecorella (l’immagine riflettografica è pubblicata nel catalogo).

Immagine visibile de “La Pastorella” e la riflettografia IR dove si nota la presenza di una pecora nell’impianto compositivo inziale

I macchiaioli impostavano quasi sempre un impianto compositivo.

Non deve intendersi il disegno preparatorio qualcosa di finito e particolareggiato, spesso tratti sintetici e non sempre eseguiti con matita o carboncino, ma a pennello con punta sottile. Su alcuni dipinti sono visibili sensibili spostamenti di figure o pentimenti su orientamento figura.

Questa mostra vale una passeggiata a Pisa nelle vostre vacanze natalizie!

Bansky, Chiesa di Santo Stefano al Ponte, Firenze
(fino al 26 febbraio)

Le mostre immersive per molti non sono mostre ma solo puro marketing. Chi scrive, fino a qualche giorno fa, la pensava allo stesso modo. Non nego un certo scetticismo nel vederla.ma la curiosità ha prevalso e quindi abbiamo accolto l’invito ad essere presenti alla conferenza stampa e poter godere di una visione privilegiata ed esclusiva.

Possiamo dire che in questo caso di siamo dovuti ricrede e riconsiderare, almeno per questa mostra, il nostro iniziale scetticismo.

Quello che ha reso condivisibile l’idea di questa mostra è il modo di operare dell’artista scelto.

Bansky, noto a tutti per le sue incursioni a sorpresa in giro per il mondo, è in questo caso da considerarsi un nuovo “uomo delle caverne”.

Tutti noi ricordiamo le pitture delle grotte di Lascaux e come l’uomo abbia da subito sentito l’esigenza di esprimersi con segni permanenti. Bansky utilizza “nuovi graffiti” come denuncia sociale.

Basky nuovo uomo della caverne, messaggi netti e comprensibili.

Dopo anni in cui la domanda è stata chi sia Bansky, singolo artista o un gruppo, forse oggi ci si focalizza maggiormente sui suoi messaggi. Questo anonimato è funzionale al messaggio che si vuole lasciare. Arte condivisa, godibile da tutti e che sia costante denuncia su tematiche contemporanee, spesso anche scomode.

Sulle pareti della Chiesa di Santo Stefano a Firenze, oggi centro espositivo, sono i graffiti, i collage e gli stancil, tutte opere che normalmente hanno come supporto “muri”. Mostrati ed animati.

 Per quando ci riguarda, possiamo dire che questo tipo di esposizione ci “regala” il tempo di riflettere su quelle immagini che velocemente scorrono tra i titoli dei notiziari come scoop artistico.

Questa esposizione ci fa immergere nei messaggi che vuole inviarci questo/i artista/i, ci obbliga a soffrermarci su questo. Da sempre l’immagine è stata utilizzata per comunicare anche con un pubblico non educato alla lettura, in questo caso non esiste espressione artistica contemporanea più efficace.

Buona immersione!

Emanuela Massa
Emanuela Massa