
In questi anni spesso ci è stato chiesto di parlare della materia del nostro lavoro, portando esempi efficaci, durante lezioni universitarie o post universitarie.
Lo scorso 6 maggio, insieme alla ricercatrice Martina Visentin dell’Università di Udine, titolare del corso di Diagnostica e Tecniche del Restauro e del Laboratorio di tecniche artistiche e del restauro, siamo stati protagonisti del seminario:
Diagnostica Artistica per la datazione, l’attribuzione, il restauro. Casi Studio.
Ad un folto numero di studenti abbiamo illustrato le varie tecniche per le indagini diagnostiche, fornendo informazioni soprattutto sull’interpretazione dei dati attraverso casi studio, (molti sono già stati pubblicati).
Lo scopo è stato quello di evidenziare quanto la diagnostica sia parte fondante della conoscenza di un manufatto non solo ai fini conservativi ma come sia uno strumento efficacissimo per lo studio delle tecniche artistiche e come la conoscenza di queste, da parte degli storici dell’arte e non solo degli addetti ai lavori, sia fondamentale per l’autenticazione e la datazione.
La diagnostica applicata a manufatti che nel tempo hanno subito più restauri, la cui documentazione a volte è scarna e talvolta sopravvive solo come accenno nei verbali o per trasmissione delle informazione tra i restauratori, darà sempre più contezza dei processi di conservazione che sono stati applicati. E questo anche il campo dell’arte contemporanea dove il problema conservativo è sempre più evidente. Ma la diagnostica serve anche oltre.
Le prime righe di un libro del 2007, riedito nel 2021 (Arte contemporanea e tecniche di Silvia Bordini, Carocci editore), così recitano:
Questo è un libro di storia dell’arte che privilegia l’osservazione delle opere da un punto di vista dei procedimenti e dei materiali di cui sono fatte.
Anche a questi studenti abbiamo ripetuto come l’incrocio dei dati documentali e scientifici sia la base della ricerca e possa essere utilizzato per confermare o confutare le opinioni passate in merito alle attribuzioni.
Ed allora la diagnostica dovrà essere lo strumento che utilizzato opportunamente potrà dare risposta alla conoscenza, alla conservazione e alla valorizzazione.
Solo con osservazione, conoscenza documentale e analisi delle opere potremmo essere certi di poter davvero compreso un manufatto artistico.
E non ci stancheremo mai di ripeterlo, soprattutto davanti ad una classe di studenti, il nostro futuro.