Un Capolavoro Sconosciuto? Il Dipinto “Poussin” a Cortona

Set 24, 2023 | Autenticazioni ed attribuzioni, Mostre, Restauro, Scoperte

Non sempre le opere si trovano dove te le aspetti. Va bene un Caravaggio a Malta, ma un Poussin a Cortona? Una richiesta intrigante ci è arrivata dalla dottoressa Gioia Olivastri, che, insieme alla restauratrice Nadia Nocentini, ha sollevato il velo su un dipinto, un olio su tela, facente parte del nucleo originario di opere che ha dato vita al del Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (MAEC).

La cornice del dipinto porta un’etichetta con la scritta “Poussin?” e sul retro, su uno dei regoli del telaio, si legge il nome “Poussino”. Il soggetto, “Susanna ed i Vecchioni,” è uno dei temi più in voga tra gli artisti durante il periodo in cui il pittore soggiornava a Roma.

La possibilità che questo dipinto potesse essere realmente attribuito al celebre pittore Nicolas Poussin ha dato l’avvio ad un’appassionante indagine.

Poussin, il pittore “intellettuale” francese, arriva a Roma nel 1624 ma ripudia il barocco in favore di una riscoperta del classico dell’arte, tema che appassiona Cassiano dal Pozzo, un grande archeologo, filosofo e naturalista impiegato dalla famiglia Barberini. Cassiano divenne amico intimo e mecenate di Poussin, nonché un collegamento con altri collezionisti, che faranno la sua fortuna fino a consegnargli un posto nella storia della pittura francese. Su di lui e sulla sua tecnica sono state compiute indagini soprattutto in Francia, ovviamente e in Inghilterra, dove molti dei sui dipinti sono conservati.

Possibile che anche a Cortona ce ne sia uno? Grazie alla generosità del Museo, guidato dal dottor Giulio Paolucci, al coordinamento del conservatore dr. Bruschetti e al sostegno finanziario del dottor Cole Kendall, che ha sponsorizzato sia il restauro che la complessa campagna diagnostica, abbiamo compiuto le prime analisi utilizzando una strumentazione portatile avanzata. Una campagna di imaging multispettrale di tipo fotografico è stata affiancata dal prelievo di due micro campioni, con l’obiettivo di comprendere la stratigrafia del film pittorico e la natura dei pigmenti utilizzati. Ogni fase di questa campagna diagnostica è stata svolta in stretta collaborazione con la restauratrice Nocentini, che ha giocato un ruolo cruciale nella selezione delle aree da sottoporre ad analisi chimiche.

Il dipinto, ancora in fase di resturo, esposto durante la mostra su Signorelli a Cortona

La scelta delle aree da campionare è un processo delicato, reso possibile solo dopo un’attenta esplorazione mediante imaging multispettrale, tra cui la fluorescenza UV e IR. Solo in questo modo è stato possibile identificare le zone autentiche dell’opera, completamente prive di ritocchi o ridipinture. In questo contesto, due pigmenti in particolare, il blu e il violetto, hanno catturato l’attenzione degli esperti. La loro scelta è stata guidata dalla storia della produzione artistica. Il blu e il violetto sono stati soggetti a profonde trasformazioni chimiche durante l’era industriale, e l’analisi di questi pigmenti potrebbe gettare nuova luce sulla datazione dell’opera stessa.

I risultati preliminari delle analisi sono stati entusiasmanti. L’analisi chimica ha confermato l’uso dell’Oltremare Naturale, noto come Lapislazuli, oltre a una tavolozza tradizionale che comprendeva anche una lacca rossa, miscelata con il Bianco di Piombo e il Lapislazuli per creare un delicato violetto.

I primi risultati di questa straordinaria indagine sono stati presentati agli inizi di agosto. Il Museo si è dimostrato disponibile a proseguire con questa affascinante ricerca. Le prossime fasi comprenderanno radiografie e una Riflettografia Infrarossa a Scanner a 1700 nm, oltre all’acquisizione di dettagli delle pennellate tramite un microscopio digitale.

La seconda fase diagnostica è ormai alle porte, e siamo ansiosi di condividere ulteriori dettagli sulla progressione di questa affascinante storia. Riusciremo a svelare il mistero del dipinto “Poussin?” a Cortona? L’arte e la scienza continuano a collaborare per portare alla luce un potenziale capolavoro nascosto sotto il velo del tempo.

Emanuela Massa
Emanuela Massa