Il 2023 dedicato a uno degli artisti più eccezionali della storia spagnola: Joaquín Sorolla. Se non lo conoscete non stupitevi: nonostante sia stato definito durante la sua vita “il più grande pittore al mondo”, l’Italia ha celebrato la sua arte con una mostra per la prima volta nel 2022.
Non avendo avuto l’opportunità di ammirare le sue opere nell’esposizione milanese, quest’estate siamo andati alla scoperta dei segreti della sua arte in Spagna, a Valencia, Madrid e persino Toledo.
In Spagna Sorolla ha lasciato un’impronta indelebile, e quest’anno abbiamo potuto visitare ben sette spazi a lui dedicati, tra mostre ed esposizioni permanenti. In ogni luogo, ci siamo immersi nella sua arte alla ricerca di indizi e particolari che potessero svelare i segreti della sua tecnica pittorica.
Una delle mostre più intriganti è stata “Sorolla en Negro”, a Valencia. Qui, abbiamo potuto ammirare come Sorolla abbia padroneggiato l’uso del nero in modo sorprendente. Mentre il nero sembra un colore limitante, Sorolla lo trasforma in una gamma infinita di sfumature. Ad esempio, nel dipinto “Ritratto di Clotilde Garcia del Castille,” il nero del pizzo della mantiglia spagnola è reso in modo così realistico che sembra quasi possibile toccarlo e percepirne la texture, tutto grazie alla sua straordinaria tecnica pittorica.
Un’indagine diagnostica ci avrebbe permesso di sapere tutto su come arrivasse a queste composizioni, ma anche senza l’ausilio di strumentazione avanzata, è stato possibile cogliere alcuni fondamentali aspetti della sua tecnica.
L’uso del disegno e i segni di correzione sono evidenti anche a occhio nudo, soprattutto agli occhi di un esperto diagnostico. Si veda ad esempio un pentimento nell’opera “Ritratto de Jean Antonio Garcia del Castillo” e uno scivolamento di colore dovuto ad uno strato di film pittorico soggiacente ancora non asciutto osservabile su “Clotilde en el studio”.

Valencia ci ha anche offerto la rara opportunità di esplorare un altro lato nascosto dell’arte di Sorolla. All’interno del Museo delle Belle Arti, l’esposizione dedicata ai dipinti della Collezione Masaveu ha messo in mostra quello che raramente viene mostrato: il retro delle opere. Abbiamo potuto vedere telai, tele, etichette, timbri e persino la tela stessa prima della pittura, nel suo naturale processo di invecchiamento. Questo è stato reso possibile grazie al fatto che i dipinti sono ancorati a spessi pannelli di vetro alloggiati in piedistalli di pietra e legno. Grazie a questa opportunità, abbiamo scoperto che “Estudio para triste herencia!” è stato dipinto su un cartone fotografico e che il “Ritratto di Ernest Coquelin Cader,” un celebre attore francese, è stato eseguito mentre Sorolla si trovava a Parigi, con la tela acquistata nella stessa città da un negozio di materiali per l’arte.

A Madrid, Sorolla è stato celebrato al Palazzo Reale con la mostra “Sorolla attraverso la luce.” Questa esposizione offre anche un’esperienza virtuale coinvolgente con scene dai dipinti di Sorolla, in cui alcuni dettagli sembrano prendere vita. Il percorso a si conclude mostrando anche dettagli provenienti dalla sua casa a Madrid, come vasi pieni di pennelli e oggetti antichi.
Infine, oltre ad aver raccolto un’ampia collezione di immagini dei dettagli più piccoli della sua pittura, delle sue creste di colore e delle sue lame di luce, abbiamo trovato una pubblicazione di particolare interesse. Questo lavoro presenta un’analisi a 360 gradi di un autoritratto di Sorolla, unendo aspetti stilistici, conservativi e scientifici. All’interno, si trovano dettagli tecniche, immagini riflettografiche e dati risultanti da analisi chimiche. Scopriamo che Sorolla utilizzava il pigmento Crisocolla, noto come “colla d’oro,” per ottenere un blu/verde particolarmente affascinante.
Insomma, se non era già chiaro, possiamo dire che Sorolla ci ha ammaliato completamente. La sua arte è un mondo affascinante che continua a svelare nuovi segreti e dettagli ad ogni esplorazione. Non possiamo fare altro che continuare a cercare e ad ammirare la bellezza delle sue opere, e chissà che non ne arrivi uno in laboratorio!
