Salone del Restauro 2.0: cosa è cambiato e cosa cambierà

Giu 27, 2022

Gli ultimi due anni li conosciamo bene tutti e siamo consapevoli che ritornare in presenza, per quanto cosa sperata, ha comunque portato con sé ancora un po’ di timore, ma ne è valsa la pena.

Possiamo dire che il Salone in sé non sia stato per nulla autoreferenziale. La location, posta a due passi dai monumenti storici più importanti della città, ha voluto offrire una fiera diversa da quella concepita oramai anni fa, non una mera esposizione di prodotti, servizi ed editoria ma qualcosa che vada oltre. Per quel che riguarda la tecnologia, l’approccio non distruttivo, l’imaging ad area e l’analisi puntuale sono stati i protagonisti. Presente lo storico stand di colori della famosa ditta Kremer e poi libri, tutti interessanti e preziosi. In contemporanea su web si poteva accedere a stand e contributi virtuali

Ma il vero Salone è stato quello dell’ascolto e del dialogo. Nelle sale, possiamo permetterci di dire un po’ piccole per il pubblico richiamato, si sono alternati argomenti che hanno spaziato dal restauro alla valorizzazione, sia pubblica che privata. Uno tra tanti: il racconto da parte di due giovani giovani restauratori, Francesco Baudone e Anne Claire Sulpice, delle loro esperienze dopo tirocini all’estero su oggetti non studiati opportunamente. Sono riusciti a coinvolgere ed emozionare nell’evento dal titolo “Ukilo-e: indagini su possibili metodologie di intervento conservativo e di restauro”.

In generale, la particolare vicinanza fisica tra relatori e ascoltatori ha incoraggiato un vero e proprio confronto, quasi come se si fosse all’interno di un grande salotto.

Nel nostro piccolo abbiamo tentato di proporre un contributo che presentasse qualcosa di diverso dal solito. Nulla che riguardasse una pubblicazione o le conclusioni di un restauro ma abbiamo deciso di raccontare come restauratori, storici dell’arte e diagnosti hanno iniziato insieme, e in costante dialogo, a studiare e comprendere un’opera nei vari aspetti: la materia, la storia conservativa, la studio storico artistico. La Croce dipinta del Museo di San Casciano, attribuita oggi al maestro di San Lucchese, potrebbe svelarci di essere di altro artista. La storica dell’arte dott.ssa Matteuzzi, direttrice del Museo di San Casciano Val di Pesa, ha illustrato i primi studi di approfondimento che sta compiendo su quest’opera. Le restauratrici del laboratorio fiorentino “l’Atelier” hanno discusso le loro prime osservazioni sulla materia riscontrata, mostrando anche le prime prove di pulitura e le prime considerazioni sullo stato di conservazione, tenendo presente i restauri pregressi documentati. Infine noi di Art-Test abbiamo presentato il nostro progetto diagnostico, cosa ci ha portato a scegliere le tipologie di indagine da proporre e le prime considerazioni evinte dall’osservazione delle analisi svolte, in particolar modo radiografia e riflettografia.

All’indomani di questo Salone possiamo dire che, a nostro parere, le fiere dovranno sempre più essere un luogo di incontro “multistrato”, dove i vari aspetti della tutela siano posti in maniera pratica e critica. Dove il luogo fisico si fonda al luogo digitale e ancor più possa uscire da luoghi coscritti, attraversando tutta la città. Ci piacerebbe che il salone di Firenze potesse essere un’occasione per poter visitare i tanti studi di restauro della città, e, perché no, delle città italiane, leader in questo settore, ed anche i laboratori come il nostro, per poter comprendere quanto la tecnologia, le indagini, possano essere il valore aggiunto in tutto il processo di traduzione del nostro passato nel prossimo futuro.

Emanuela Massa
Emanuela Massa